Monday, May 18, 2015

Chi sciopera contro la Buona Scuola ha dimenticato la riforma Gelmini

La Buona Scuola. Perchè scioperare contro una riforma che riavvia i finaziamenti alla scuola e le assunzioni? Le ragioni del mio dissenso alla protesta in un articolo su Agenda digitale
http://www.agendadigitale.eu/competenze-digitali/chi-sciopera-contro-la-buona-scuola-ha-dimenticato-la-riforma-gelmini_1523.htm



Chi sciopera contro la Buona Scuola ha dimenticato la riforma Gelmini

Friday, March 27, 2015

La Buona Scuola è davvero 'buona'? Pro e contro della riforma Renzi

Riuscirà il Ministo Giannini, "la temporeggiatrice", a dare attuazione al disegno di legge sulla Buona Scuola e a non farne snatuarare la struttura dalle lobby parlamentari ? Luci e ombre del DDL in un mio articolo su Agenda Digitale .... Ce lo auguriamo tutti 
http://www.agendadigitale.eu/egov/la-buona-scuola-e-davvero-buona-pro-e-contro-della-riforma-renzi_1418.htm





La Buona Scuola è davvero 'buona'? Pro e contro della riforma Renzi

Monday, March 02, 2015

È la Scuola italiana quella che discrimina di più

È la Scuola italiana quella che discrimina di più

Già purtroppo oltre ad essere poco tecnologica la scuola italiana è
quella che discrimina di più tra studenti "poveri" e "ricchi". Un mio
articolo di commento di dati OCSE

Thursday, January 29, 2015

Studiare tanto e imparare poco: il gap digitale della Scuola italiana - Rai Scuola

C'è qualcosa che non va nella scuola italiani" alcune preciszioni in un intervista a Rai scuola.  Studiare tanto e imparare poco: il gap digitale della Scuola italiana - Rai Scuola http://t.co/ML3ARfLLGm

Studiare tanto e imparare poco: il gap digitale della Scuola italiana - Rai Scuola

Monday, January 26, 2015

Studiare tanto e imparare poco: il gap digitale della Scuola italiana

Studiare tanto e imparare poco: il gap digitale della Scuola italiana

C'è qualcosa che non va nel sistema scuola italiano: tanto studio, tanti compiti e risultati molto inferiori alla media OCSE. La mia diagnosi poca innovazione tecnologica e metodologica !
http://www.agendadigitale.eu/competenze-digitali/1296_studiare-tanto-e-imparare-poco-il-gap-digitale-della-scuola-italiana.htm

Wednesday, January 07, 2015

Un milione di euro per formare i docenti al digitale sono ben poca cosa

Anno nuovo vecchie abitudini ... solo 1,25 euro a test per formare i
docenti italiani al digitale ... e intanto i progetto Smart Cities
scuola (molto locali) ... ne raccolgono quasi 20 di milioni ... mah . Tutta la vicenda in un mio articolo su Agenda digitale
http://t.co/ZnefZJNIes

Un milione di euro per formare i docenti al digitale sono ben poca cosa

Tuesday, October 08, 2013

Scuola 2.0. Istruzioni per l’uso
Come trasformare l’”istituzione scuola” in un contesto digitalmente abilitato, le tappe di un processo ineludibile
 (Spaggiari Edizioni, pp. 301, 300
Paolo Ferri
La rivoluzione digitale, sta  trasformando in maniera radicale il mondo della scuola e della formazione in tutti i paesi sviluppati e no. LIM, notebook e tablet cominciano ormai ed “entrare in classe”. Allo stesso modo varcano le porte della scuola altri strumenti digitali interattivi legati ad Internet: gli ambienti virtuali per l’apprendimento (classi virtuali), i  video (lezioni o materiali di approfondimento), i forum, i data base di contenuti digitali ecc.. Questi strumenti didattici innovativi permettono allo studente di fruire del sapere e della formazione anche  al di fuori delle mura della scuola, con i tempi e i ritmi che egli stesso può determinare. 
Contemporaneamente la didattica dentro l’aula diventa più attiva, le esercitazioni e i lavori di gruppo si spostano in classe, con la supervisione e il supporto del docente. Le implicazioni pedagogiche di questa inversione sono di grande rilievo, cambia il ruolo degli insegnanti e  gli studenti diventano il centro del processo di apprendimento. La classe non è più il luogo di trasmissione delle nozioni ma lo spazio di lavoro e discussione dove si impara ad utilizzarle nel confronto con i pari e con l’insegnante, in questo modo si realizza l’”inversione” del setting tradizionale  e  si può parlare di flipped classroom (classe ribaltata appunto - di cui ci siano già occupati in una articolo su questa testata http://www.agendadigitale.eu/egov/372_come-sara-la-scuola-dei-veri-nativi-digitali-il-futuro-nella-flipped-classroom.htm). Ma cosa significa impostare la propria didattica secondo queste nuove metodologie “aumentate”  e abilitate dalla tecnologia?  Per farlo è necessario ragionare più in grande, si tratta di pensare un sistema “la scuola 2.0 aumentata dalle tecnologie” che inverta il tradizionale schema di insegnamento/apprendimento ed il conseguente rapporto docente/discente ma deve essere altrettanto ripensato in chiave digitalmente aumentata anche il “sistema di gestione amministrativa” della scuola sia per la sua parte didattica che per la sua parte organizzativa. Mi riferisco, in particolare,  alla smaterializzazione delle iscrizione, dei registri e degli scrutini; alla sostituzione dei manuali cartacei con basi dati di “contenuti digitali per l’apprendimento”; e di conseguenza all’adozione di sistemi software gestionali per l’amministrazione della scuola che abbattano la burocrazia “gutemberghiana” e aumentino l’efficienza globale dei sistema sia rispetto agli insengnati   sia rispetto alle famiglie, ma soprattutto rispetto agli studenti. Nel mio nuovo saggio Scuola 2.0. Verso una didattica aumentata dalle tecnologie, Spaggiari, 2013 ho provato ha fornire una guida per insegnanti e dirigenti scolastici che vogliano intraprendere  il complesso ma sfidante obiettivo di trasformare la propria scuola in  una “scuola aumentata dalle tecnologie”.   Si tratta di una processo necessario, che richiede investimenti, ma che è l’unico che possa mettere al passo l’istituzione formativa con le esigenze e lo stile di apprendimento dei nativi” digitali (Ferri, 20011, 2012). Sono i “nativi digitali” – prima ancora delle direttive europee e della stessa Agenda digitale - che attraverso il loro “stile di apprendimento digitale” suggeriscono oggi questa trasformazione. Richiedono di essere indipendenti e costruire (oltre che condividere) le forme e i risultati del loro apprendimento, appunto. Una trasformazione di sistema che coniughi una nuova modalità didattica e una nuova modalità di gestione della scuola come servizio  sociale di “cittadinanza attiva” .  Per colmare il gap tra i nuovi stili di apprendimento e comunicazione  dei giovani e le strategie di insegnamento e di gestione della nostra scuola, ancora molto tradizionali, occorre una trasformazione radicale che implica la riprogettazione dell’intero sistema scuola. E’ necessario cioè ridisegnare, con il concorso di tutti di Stakeholder, Ministero, Dirigenti, insegnati, famiglie ed editori una nuova scuola “aumentata” dalle tecnologie.
Nel mio nuovo volume provo a ricostruire un quadro degli elementi tecnologici e metodologici che solo integrati e armonizzati in un sistema organico e sinergico possono concorrere a questo obiettivo. Un obiettivo che sul piano della crescita del sistema paese si configura come il necessario miglioramento dell’asset strategico fondamentale di una società: il suo sistema formativo, l’unico  che possa  migliorare la qualità dei futuri cittadini di una società veramente informazionale.  Un particolare attenzione è stata dedicata ad analizzare l’impatto della rivoluzione digitale sui contesti dell’educazione formale, quindi  alla scuola e che la formazione continua (Long Life Learning), evidenziando come sia necessario superare il digital divide intergenerazionale tra “immigranti e nativi digitali”. Il problema è quello di comprendere come “gettare ponti” e stabilire, attraverso le nuove tecnologie della comunicazione digitale, tra le generazione significa rinforzare la coesione sociale e mettere le basi per una reale innovazione culturale e tecnologica.
E’ necessario perciò che insegnanti e dirigenti comincino ad conoscere e ad implementare i  nuovi strumenti della formazione digitalmente aumentata: i nuovi setting d’aula che riguardano la progettazione e l’organizzazione della didattica e le metodologie di apprendimento/insegnamento; i Virtual Learning Environment (gli ambienti virtuali per l’apprendimento), le diverse soluzioni software per la gestione della formazione e dei processi organizzativi della scuola e i device hardware (tablet, LIM, smartphone, totem per la rilevazione delle presenze).  Allo stesso modo è necessario che gli operatori della scuola conoscano e comincino ad utilizzare realmente (e il volume prova ad essere un guida anche  in questo) come pensare e progettare i nuovi contenuti digitali per la scuola 2.0, integrando i contenuti digitali offerti dagli editori con i materiali realizzati nel corso del tempo dall’insegnante stesso e con i contenuti reperibili liberamente sulla rete all’interno di basi dati freeware riconosciuti e validi (Kahn Academy, Ted, Wikipedia). Ma proviamo a definire la road map della trasformazione della scuola in Scuola 2.0, Scuola “digitalmente aumentata”.
Per realizzare questo obiettivo è necessario in  primo luogo poter contare su di una infrastruttura digitale.
La scuola digitalmente aumentata è in primo luogo un ambiente scuola con il pieno accesso a Internet e il Governo e il Ministero dell’Istruzione dovrebbero rompere gli indugi e abbandonare le esitazioni e i tentennamenti  nel reperimento delle risorse per il cablaggio a banda larga delle scuole. La possibilità di essere connessi ad Internet in classe attraverso una  connessione potente sia in upload che in dowload (20 mbit di banda sinctrona almeno) è, infatti,  condizione necessaria  perché tutti gli atri altri device  tecnologici presenti nell’ambiente didattico (LIM, tablet, sistemi di e-learning)  non restino ciechi e muti. In seguito, il corredo tecnologico minimo di una classe “digitalmente aumentata” comprende: uno strumento di presentazione/rappresentazione video per accedere ai contenti di Internet (la LIM o un video proiettore, interattivo o no), un  notebook o un tablet per l’insegnate, che funga da “cruscotto” di gestione del processo didattico e almeno 4 o 5 tablet o notebook per gli allievi che permettano loro di svolgere le attività  in piccolo gruppi. L’interazione docente/studente, in questo modo, si trasforma radicalmente dal momento che si riduce molto il tempo della “lezione frontale” e aumenta proporzionalmente il tempo dedicato al problem solving cooperativo, al monitoraggio e al supporto del lavoro degli studenti, così come quello dedicato alla “revisione razionale” collettiva dei risultati dei  lavori di gruppo condotti dagli studenti.  Ma è tutta la struttura della scuola che deve essere ripensata, proviamo a calarci nei panni dei dirigenti, degli insegnati che vogliano avviare questo processo: i primi passi da compiere sono
-          una preventiva mappatura delle risorse tecnologiche a disposizione della scuola ed individuare le persone sia tra il personale insegnate che tecnico amministrativo che possano sostenere il processo di innovazione. Questo permette di valutare in anticipo l’entità economica e organizzativa del cambiamento e conseguentemente dell’investimento economico;
-         è necessario, poi, stilare un piano operativo che preveda una progressiva digitalizzazione dei processi didattici e amministrativi, un cronoprogramma che pianifichi investimenti e tempi dell’intervento, operando in questo caso con aziende che già lavorano in questo campo e confrontando una serie di preventivi;
-         devono essere attivate un serie di azioni found raising presso le istituzioni locali, sia pubbliche che private,  presenti sul territorio per reperire le risorse necessarie, anno per anno, per implementare progressivamente ed in maniera sostenibile la digitalizzazione dei plessi scolastici di sua competenza.
Un altro punto fondamentale  per la cabina di regia della transizione al digitale della scuola  è tenersi costantemente aggiornati attraverso i siti istituzionali del MIUR, dell’USR e dell’UST e partecipare a tutti i bandi che via via vengo aperti in tema di implementazione delle nuove tecnologie a scuola, si tratta di un altro modo di reperire le risorse necessarie al cambiamento.

E’ ovvio che non si possa trattare di un processo di brevissimo o breve periodo. Bisogna ragionare in un’ottica sistemica, step by step, partendo dal necessario cablaggio a banda larga della scuola per poi passare alla valutazione dei software e dei device tecnologici necessari, e contemporaneamente avviando la formazione degli insegnanti che deve essere - se possibile - precedente all’implementazione operativa della tecnologia. E’ consigliabile poi partire con l’avvio del progetto in alcune classi, che possono costituire un “pilota” che permetta di calibrare e valutare le criticità del processo complessivo.  E necessario poi il supporto e la regia delle istanze centrali dagli Uffici Scolastici regionali, al  Ministero dell’Istruzione. Su questo punto l’azione di Governo dal centro di questo processo è ancora molto “balbettante” come dimostra la recente “gaffe” del Ministro Carozza che ha posticipato di una anno (al 2015-2016) la definitiva introduzione dei contenuti digitali per la didattica.  Sarebbe stato molto più opportuno evitare il rinvio dell’ingresso dei contenuti digitali nella scuola. Ma questo è solo il sintomo di una difficoltà più generale di questo esecutivo   che, a nostro avviso, non sostiene ancora a  sufficienza l’Agenda digitale della scuola definita dal Governo Monti. La “gaffe” sui contenti digitali danneggia, infatti,  l’intero impianto dell'Agenda digitale della scuola e non solo. E' pericoloso dare un segnale di uscita da una traiettoria già segnata, dove erano stati ipotizzati in maniera corretta i tempi per allineare l'Italia all’Europa. Ricordiamo che il cambiamento, che stiamo delineando, in tutti gli altri Paesi è già avvenuto e quasi sempre con un forte commitment dal centro e dal governo. Nel Regno Unito, ad esempio è stato il governo Balir a impostare e a finanziare la digitalizzazione integrale del sistema formativo. E’ vero che la scuola italiana non è ancora pronta a livello di infrastruttura, ma bisogna renderla tale! Da qualche parte, cioè, è necessario cominciare  a reperire i fondi e le poste di bilancio e non si possono lasciare soli dirigenti e insegnati che spesso manifestano una forte capacità di innovazione a livello locale.

Sunday, February 20, 2011

Il nuovo libro sui Nativi digitali esce il 24 febbraio in libreria ecco la quarta di copertina


Paolo Ferri

Nativi digitali

Collana Saggi Bruno Mondadori Pagine 224 Euro 18,00

Chi sono i nativi digitali, come pensano, come imparano? E in che modo sono diversi dagli immigranti digitali?

Paolo Ferri, uno degli autori di riferimento per quanto riguarda le nuove tecnologie e la loro influenza sulla didattica e la cultura, affronta un tema al centro del dibattito, presentandoci una vera e propria nuova generazione dellhomo sapiens, nata dopo la diffusione di Internet. Il libro analizza i modi in cui i nativi digitali usano le nuove tecnologie, dai social network ai mondi virtuali, dal cellulare a Messenger e Twitter, e approfondisce le loro inedite modalità di apprendimento, basate sullesperienza e sulla condivisione con i pari. Sulla base di ciò, propone una mappa delle metodologie didattiche e comunicative che questa nuova generazione richiede, a scuola, nel lavoro e nella vita di tutti giorni.

Sunday, November 14, 2010

Convegno Digital Learning


Siete tutti invitati a Cinisello il 18 e 19 novembre, presso
il nuovo Centro di Formazione per insegnanti della Bicocca (Quasi/Universiscuola) al Convegno
Internazionale Digital learning e ai i dieci Workshop "demo" del Nuovo Centro di Formazione degli Insegnato dell'Università. Si parla di One to One, di OLPC, Scuola ...2.0, LIM, Nativi
digitali, Dieta Mediale degli Studenti, con Bottani, Biondi (MIUR), Rivoltella, Calvani, Cerri, Pedrò (OCSE), Battro (OLPC), Cavallo (MIT), Manchester (Maine Uni) e tutto aperto e gratuito per registrarsi per i workshop e al convegno.


https://spreadsheets.google.com/viewform?hl=it&formkey=dFpCX0J5T0lZLS1IeDU5RF80S0w4TkE6MQ#gid=0


Digital Learning - Convegno Internazionale - 18/19 novembre 2010


Sala Consiliare del Comune di Cinisello Balsamo Via XXV Aprile, 4 - Cinisello BalsamoCentro QUA_SI/Universiscuola, Villa di Breme Forno via Martinelli, 23 (ingresso da via Diaz) - Cinisello Balsamo

Saturday, October 02, 2010

Culture partecipative e competenze digitali, H. Jenkins


Sono lieto di annuciare l'uscita del volume

Culture partecipative e competenze digitali
Media education per il XXI secolo

Introduzione e cura di Paolo Ferri e Alberto Marinelli

Ecco un sunto del contenuto, chi voglia discutere con noi del volume può farlo anche su Facebook al gruppo Culture Partecipative e competenze digitali



La maggior parte dei ragazzi che usa Internet fa esperienza attiva delle culture partecipative: scrive e condivide post sui blog, elabora prodotti mediali in modalità nuove e creative (fan video, fan fiction), prende parte a community online e social network (Facebook), lavora in gruppo per produrre nuova conoscenza (Wikipedia).
Un numero crescente di studiosi ritiene che queste attività possano favorire l’apprendimento tra pari, lo sviluppo di abilità utili per il lavoro e il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Ma è trpossibile che queste competenze possano essere acquisite dai ragazzi in totale autonomia, al di fuori di qualsiasi progetto educativo?
Jenkins sostiene la necessità di un indirizzo pedagogico e politico che metta in sinergia la didattica in aula, le attività extrascolastiche e il coinvolgimento delle famiglie affinché a tutti i giovani sia assicurata la possibilità di sviluppare le competenze culturali e le abilità sociali di cui hanno bisogno per affrontare al meglio le sfide del XXI secolo. Nel testo sono, inoltre, raccolti utili spunti ed esempi cui i docenti possono ispirarsi per progettare il lavoro in classe.

Monday, April 26, 2010

La BBC Learning ha un infinita serie di LO educational sincronizzati con i programmi delle scuole e noi abbiamo la RAI di Minzolini

Friday, April 02, 2010

Inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche

Inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche

Univeristà telematiche un'occasione mancata

Un inchiesta di Repubblica sulle Università telematiche, con una mia intervista, l'unica pubblica la IUL www.iuline.it dove anch'io insegno ha 20 studenti e fatica a sopravvivere ... le altre private circa 12.000 .... dov'è il trucco? L'inchiesta lo spiega http://tv.repubblica.it/palinsesto/2010-04-02/8864



Thursday, March 25, 2010

Inziativa il 14 aprile In Bicocca Il Web 2,0 e i nuovi media


Università degli Studi Milano Bicocca, P.zza Ateneo Nuovo 1, Mercoledì 14 aprile dalle ore 17.00 alle ore 19.30, U6 AULA 4

In occasione dell’uscita dei saggi:
- P. Ferri, F. Scenini, S. Mizzella, I nuovi media e il web 2.0. Comunicazione, formazione ed economia nella società digitale, Guerini Editore, Milano 2010;
- C. Formenti, P. Mele a cura di, I politici ci mettono la faccia. Facebook e le elezioni amministrative del 2009 in Puglia, Manni Editore;
- F. De Cindio e C. Peraboni, Tecnologie e regole della partecipazione per la piena realizzazione della cittadinanza digitale, in L. De Pietro a cura di,
L'evoluzione dei modelli e delle tecnologie per la partecipazione dei cittadini. L'esperienza del Consiglio regionale del Veneto, Marsilio, 2010

Seminario

I nuovi media e il Web 2.0
Nuove forme di condivisione e comunicazione
della conoscenza
Intervengono oltre agli autori dei volumi
P. Ferri, F. Scenini, S. Mizzella, C. Formenti, P. Mele

Fiorello Cortina, Internet Governance Forum
Andrea Rossetti, Università degli Studi Milano Bicocca
Fiorella De Cindio, Università degli Studi di Milano
Stefano Meriggi, Filosofo della tecnologia e giornalista
Elisabetta Costa, Antropologa dei Media

Per informazioni: paolo.ferri@unimib.it http://www.facebook.com/profile.php?v=feed&story_fbid=102076746498118&id=676190765#!/pages/I-nuovi-media-e-il-web-20-libro/284697244009?ref=ts ; paolo.ferri@unimib.it