Monday, October 12, 2009

Elinor Ostrom ha vinto il premio Nobel per l'economia


Elinor Ostrom ha vinto il premio Nobel per l'economia, un importante riconoscimento per tutti coloro che difendono i beni comuni della conoscenza.

Ecco la scheda del volume che ho recentemente curato per Bruno Mondadori

Oggi attraverso internet la conosenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l'accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell'epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza "utile" venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il web. Open content, creative commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l'accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale.

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Elinor Ostrom ha vinto il premio Nobel per l'economia, un grande riconoscimento per chi studia e difende i beni comuni della conoscenza



Edizione italiana a cura di Paolo Ferri

LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE
Dalla teoria alla pratica

Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale.

Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters.

Edizione italiana a cura di Paolo Ferri

INDICE

Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana

Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri

I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom)
L’intento di questo libro
Breve storia degli studi sui beni comuni della conoscenza
Lo studio dei beni comuni tradizionali
La conoscenza come risorsa
La tragicommedia dei beni comuni
Due filoni
Chiarire la confusione che circonda i beni comuni della conoscenza
Ecosistema della conoscenza, azione collettiva e autogoverno: panoramica dei capitoli di questo libro
Dove ci conduce questo libro

2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier)
I beni comuni come linguaggio nuovo
Varietà di beni comuni dell’informazione
Il futuro dei beni comuni

3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess)
Studiare le istituzioni
Caratteristiche della risorsa
L’arena di azione
Modalità di interazione
Risultati
Criteri di valutazione
Esigenze di governo adattivo in un sistema complesso
Conclusione

II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich)
La “recinzione” dei beni comuni scientifici e accademici
Rivendicare i beni comuni della conoscenza
Contrastare la “recinzione” dei beni comuni della conoscenza
Il ruolo delle biblioteche di ricerca
Trasformare le biblioteche di ricerca in beni comuni della conoscenza del xxi secolo
Governare i beni comuni della conoscenza
Finanziare i beni comuni della conoscenza
Sostenere la causa dei beni comuni della conoscenza
Opportunità di ricerca
Conclusione

5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle)
«Potrai avere la mia Biblioteca del Congresso solo quando...»
Una rete globale open source per il controllo delle informazioni
Oltre l’archivio specialistico? Utenti come progettisti
Con abbastanza cervelli diventa tutto interessante?
Conclusione

6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters)
La natura mutevole della conservazione nei sistemi di comunicazione scientifica
La conservazione delle riviste elettroniche come problema dei beni comuni
Ruoli, responsabilità e modelli organizzativi per la conservazione
Caratteristiche delle iniziative basate su comunità per la conservazione dei beni comuni della conoscenza
Conclusione

III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber)
Che cos’è il libero accesso?
Contenuto esente da royalty e generatore di royalty
Letteratura di ricerca ad accesso libero come bene comune intellettuale
Tragedie dei beni comuni oa
Il primato degli autori per il conseguimento di un bene comune oa
Diverse prospettive sui beni comuni oa
Cenni sulle iniziative di Fase 2

8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh)
Gli argomenti pro e contro la proprietà intellettuale
Alcuni principi guida per la progettazione di un bene comune
La condivisione dei file e l’utilizzo sperimentale: due beni comuni molto esemplificativi e controversi
Conclusione

9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine)
Un esempio
I beni comuni associativi
Educazione civica dei giovani
L’università impegnata
Radici locali
Lavoro pubblico
Conclusione

10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik)
Panoramica dei beni comuni del Free/Libre and Open-Source Software (foss)
Regole in uso: “copyleft”, licenze foss e governo del progetto
Estendere il paradigma collaborativo foss per creare un bene comune della scienza
Conclusione

11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee)
Convenzioni comunicative nei beni comuni
Tendenze distribuite e aperte
Che cosa cambia: contenuto e pubblicazione
Che cosa cambia: le discipline
Che cosa cambia: le biblioteche
Conclusione

12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout)
Microeconomia ed esperimenti
Esperimenti di microeconomia per la didattica
I laboratori di economia sperimentale come strutture di informazione
EconPort: una biblioteca digitale per la didattica della microeconomia
EconPort come bene pubblico locale (fruibile globalmente)
EconPort come bene comune della conoscenza associativo
Sostenibilità: promuovere una comunità di utenti e la diffusione dei workshop
Conclusione



LA CONOSCENZA COME BENE COMUNE
Dalla teoria alla pratica

a cura di Paolo Ferri

Oggi attraverso Internet la conoscenza è potenzialmente disponibile per tutti con un solo click. Ma proprio nel momento della sua apparente maggiore accessibilità, il sapere è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che limitano l’accesso alle risorse on-line. Queste nuove forme di ipermoderne enclosures mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. E proprio di fronte a tale pericolo, questo volume ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene nell’epoca del neoliberismo informazionale globalizzato? Come evitare che il sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile” venga travolto dalla privatizzazione? Per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso il Web. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza e una sua maggiore e più democratica diffusione globale.

Con contributi di: David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters.

Edizione italiana a cura di Paolo Ferri

INDICE

Premessa all’edizione italiana di Fiorello Cortiana

Introduzione all’edizione italiana: La conoscenza come bene comune nell’epoca della rivoluzione digitale di Paolo Ferri

I. STUDIARE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

1. Introduzione: Panoramica sui beni comuni della conoscenza (di Charlotte Hess e Elinor Ostrom)
L’intento di questo libro
Breve storia degli studi sui beni comuni della conoscenza
Lo studio dei beni comuni tradizionali
La conoscenza come risorsa
La tragicommedia dei beni comuni
Due filoni
Chiarire la confusione che circonda i beni comuni della conoscenza
Ecosistema della conoscenza, azione collettiva e autogoverno: panoramica dei capitoli di questo libro
Dove ci conduce questo libro

2. Lo sviluppo del paradigma dei beni comuni (di David Bollier)
I beni comuni come linguaggio nuovo
Varietà di beni comuni dell’informazione
Il futuro dei beni comuni

3. Un framework per l’analisi dei beni comuni della conoscenza (di Elinor Ostrom e Charlotte Hess)
Studiare le istituzioni
Caratteristiche della risorsa
L’arena di azione
Modalità di interazione
Risultati
Criteri di valutazione
Esigenze di governo adattivo in un sistema complesso
Conclusione

II. PROTEGGERE I BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

4. Contrastare la “recinzione”: rivendicare i beni comuni della conoscenza (di Nancy Kranich)
La “recinzione” dei beni comuni scientifici e accademici
Rivendicare i beni comuni della conoscenza
Contrastare la “recinzione” dei beni comuni della conoscenza
Il ruolo delle biblioteche di ricerca
Trasformare le biblioteche di ricerca in beni comuni della conoscenza del xxi secolo
Governare i beni comuni della conoscenza
Finanziare i beni comuni della conoscenza
Sostenere la causa dei beni comuni della conoscenza
Opportunità di ricerca
Conclusione

5. Merton liberato? Accesso libero e decentralizzato a materiali culturali e scientifici (di James Boyle)
«Potrai avere la mia Biblioteca del Congresso solo quando...»
Una rete globale open source per il controllo delle informazioni
Oltre l’archivio specialistico? Utenti come progettisti
Con abbastanza cervelli diventa tutto interessante?
Conclusione

6. Preservare i beni comuni della conoscenza (di Donald J. Waters)
La natura mutevole della conservazione nei sistemi di comunicazione scientifica
La conservazione delle riviste elettroniche come problema dei beni comuni
Ruoli, responsabilità e modelli organizzativi per la conservazione
Caratteristiche delle iniziative basate su comunità per la conservazione dei beni comuni della conoscenza
Conclusione

III. COSTRUIRE NUOVI BENI COMUNI DELLA CONOSCENZA

7. Creare un bene comune attraverso il libero accesso (di Peter Suber)
Che cos’è il libero accesso?
Contenuto esente da royalty e generatore di royalty
Letteratura di ricerca ad accesso libero come bene comune intellettuale
Tragedie dei beni comuni oa
Il primato degli autori per il conseguimento di un bene comune oa
Diverse prospettive sui beni comuni oa
Cenni sulle iniziative di Fase 2

8. Come costruire un bene comune: la proprietà intellettuale è limitante, agevolante o irrilevante? (di Shubha Ghosh)
Gli argomenti pro e contro la proprietà intellettuale
Alcuni principi guida per la progettazione di un bene comune
La condivisione dei file e l’utilizzo sperimentale: due beni comuni molto esemplificativi e controversi
Conclusione

9. L’azione collettiva, l’impegno civile e i beni comuni della conoscenza (di Peter Levine)
Un esempio
I beni comuni associativi
Educazione civica dei giovani
L’università impegnata
Radici locali
Lavoro pubblico
Conclusione

10. Il software gratuito/open source come modello per l’istituzione di beni comuni nella scienza (di Charles M. Schweik)
Panoramica dei beni comuni del Free/Libre and Open-Source Software (foss)
Regole in uso: “copyleft”, licenze foss e governo del progetto
Estendere il paradigma collaborativo foss per creare un bene comune della scienza
Conclusione

11. La comunicazione scientifica e le biblioteche: le opportunità dei beni comuni (di Wendy Pradt Lougee)
Convenzioni comunicative nei beni comuni
Tendenze distribuite e aperte
Che cosa cambia: contenuto e pubblicazione
Che cosa cambia: le discipline
Che cosa cambia: le biblioteche
Conclusione

12. EconPort: creare e mantenere un bene comune della conoscenza (di James C. Cox e J. Todd Swarthout)
Microeconomia ed esperimenti
Esperimenti di microeconomia per la didattica
I laboratori di economia sperimentale come strutture di informazione
EconPort: una biblioteca digitale per la didattica della microeconomia
EconPort come bene pubblico locale (fruibile globalmente)
EconPort come bene comune della conoscenza associativo
Sostenibilità: promuovere una comunità di utenti e la diffusione dei workshop
Conclusione

1 comment:

Anonymous said...

molto intiresno, grazie